Successi e fallimenti dell’Italia secondo il nuovo Gender Equality Index 2022

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In data 23 Dicembre 2021 è stata aperta la consultazione pubblica sulla Prassi di riferimento UNI per la certificazione della parità di genere, il cui documento, consultabile esclusivamente per fini informativi e per la formulazione di commenti, è reperibile nella pagina del dipartimento delle pari opportunità.

Gender Gap: non c’è gestione senza misurazione​

Quattro incontri per esplorare la misurazione come chiave per raggiungere e mantenere la parità di genere in azienda.

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Il 24 e il 25 ottobre 2022 si è svolto a Bruxelles il primo Gender Equality Forum promosso dall’European Institute for Gender Equality (EIGE), in cui, tra vari eventi e workshop, è stato annunciato il nuovo Gender Equality Index 2022, giunto alla sua 7ª edizione. L’indice sintetizza la parità di genere dei 27 Stati membri in un unico dato, che rappresenta la combinazione delle performance tracciate tramite 31 indicatori che compongono sei dimensioni: lavoro, denaro, conoscenza, tempo, potere e salute. L’edizione del 2022 propone anche due dimensioni (violenza contro le donne e disuguaglianze intersezionali) per le quali sono resi disponibili alcuni dati, che tuttavia, non rientrano ancora nel calcolo dell’indice finale in quanto non sintetizzabili al momento in un punteggio.

Il ranking del 2022 è ancora una volta capeggiato dalla Svezia, con Danimarca e Paesi Bassi a completare il podio. La media europea si attesta a 68,6 punti e si contano 11 Paesi al di sopra di tale soglia: i tre Stati “a medaglia” già citati, Finlandia, Francia, Spagna, Irlanda, Belgio, Lussemburgo, Austria e Germania. La Spagna (unico Paese al di fuori del nord-ovest europeo ad avere risultati sopra la media) è lo Stato che è cresciuto maggiormente nell’ultimo quinquennio dopo Croazia e Portogallo. I tre Paesi cresciuti maggiormente nell’ultimo anno sono invece Lituania, Belgio e, ancora, Croazia.

L’Italia si colloca, come nel 2021, al 14° posto, perdendo una posizione nell’ultimo quinquennio nei confronti di Malta. In Tabella 1 sono riassunti i risultati dell’Italia comparati con la media europea.

Tabella 1 – Punteggio e ranking dell’Italia rispetto alla media europea (EU-27) per dimensione

 

DimensioneItaliaEU-27Diff IT vs EU
Totale65,0 pt (14°)68,6 pt-3,6 pt
Lavoro63,2 pt (27°)71,7 pt-8,5 pt
Denaro80,5 pt (14°)82,6 pt-2,1 pt
Conoscenza59,5 pt (13°)62,5 pt-3,0 pt
Tempo59,3 pt (16°)64,9 pt-5,6 pt
Potere56,9 pt (12°)57,2 pt-0,3 pt
Salute89,0 pt (10°)88,7 pt+0,3 pt

I dati mostrati nella Tabella 1 mostrano chiaramente come i risultati dell’Italia siano inferiori alla media europea (eccezione fatta per la dimensione salute, di poco superiore), attestando lo Stivale a circa metà del ranking in quasi tutte le dimensioni. L’unica dimensione in cui questo schema non è confermato è la dimensione lavoro che vede l’Italia fanalino di coda d’Europa. Questa evidenza non è stata rilevata solo da EIGE. In un precedente articolo pubblicato da IDEM Lab avevamo analizzato i risultati del Global Gender Gap Report 2022 pubblicato dal World Economic Forum, evidenziando come nella dimensione partecipazione economica e opportunità, assimilabile alla dimensione lavoro proposta da EIGE, l’Italia fosse proprio all’ultimo posto tra i Paesi UE. Ne consegue che, pur non ignorando le altre dimensioni, in cui in ogni caso è necessario realizzare misure correttive, l’urgenza italiana riguardi la partecipazione e le condizioni delle donne nel mondo del lavoro.

Entrando maggiormente nel merito, si nota che la dimensione lavoro proposta da EIGE si compone di due sotto-dimensioni (partecipazione e segregazione) ed è proprio nella prima che risiede il principale problema italiano: anche in questo caso l’Italia registra il punteggio minore tra gli Stati membri (68,1 punti contro gli 81,1 della media europea), peraltro, in calo di 1 punto rispetto al 2021 (stesso calo mostrato da Bulgaria, Cipro e Repubblica Ceca). I principali indicatori analizzati per mappare la partecipazione femminile sono due: tasso di occupazione full-time equivalent[1] (FTE) e durata della vita lavorativa. La Tabella 2 mostra i risultati comparati dell’Italia in questi due indicatori.

Tabella 2 – Risultati comparati dell’Italia con la media europea e dei Paesi del sud Europa[2] negli indicatori di partecipazione al mondo del lavoro e confronto con la controparte maschile

Paese/ZonaTasso di occupazione FTEDurata della vita lavorativa
Italia0,3126 anni
Media EU-270,4133 anni
Media Sud Europa0,3630 anni
Italia vs EU-2710 pp7 anni
Italia vs sud Europa5 pp4 anni

Leggendo i dati contenuti nella Tabella 2, si vede come l’Italia abbia un gap evidente con i dati medi dei 27 Stati UE (10 punti percentuali in meno nel tasso di occupazione FTE e 7 anni in meno di vita lavorativa), ma anche con i dati medi dei soli 8 Paesi del Sud Europa (5 punti percentuali in meno nel tasso di occupazione FTE e 4 anni in meno di vita lavorativa).

Un altro aspetto interessante da analizzare è la variazione nella performance considerando l’ultimo quinquennio (2022 vs 2017). Nella Tabella 3 troviamo riportati i dati italiani comparati con la media europea e la media dei Paesi del sud Europa.

Tabella 3 – Variazione comparata dei risultati dell’Italia dell’ultimo quinquennio (2022 vs 2017) con la media europea e dei Paesi del sud Europa

DimensioneItalia (2022 vs 2017)EU-27 (2022 vs 2017)sud Europa (2022 vs 2017)Diff IT vs EU-27Diff IT vs sud EU
Totale+2,9 pt (18°)+2,9 pt+4,5 pt--1,6 pt
Lavoro+0,8 pt (15°)+1,1 pt+1,0 pt-0,3 pt-0,2 pt
Denaro+1,9 pt (17°)+2,5 pt+2,5 pt-0,6 pt-0,6 pt
Conoscenza-1,9 pt (26°)+0,1 pt+0,5 pt-2,0 pt-2,4 pt
Tempo-----
Potere+11,6 pt (13°)+8,8 pt+16,2 pt+2,8 pt-4,6 pt
Salute+2,7 pt (6°)+1,6 pt+2,2 pt+1,1 pt+0,5 pt

I dati riportati nella Tabella 3 mostrano come l’Italia è tra i Paesi che crescono più lentamente rispetto all’indice generale proposto dall’EIGE e soprattutto i suoi miglioramenti sono complessivamente inferiori rispetto alla media dei Paesi del sud Europa. Le dimensioni in cui questi sono più significativi sono potere (meglio della media UE, ma peggio della media del sud Europa) e salute (in questo caso meglio sia rispetto alla media UE che a quella del sud Europa), in cui l’Italia raggiunge addirittura il 6° posto a livello generale nella sotto-dimensione stato di salute, dove vengono tracciate l’aspettativa di vita in buona salute e la percezione della popolazione sul proprio stato di salute. Per quanto riguarda la dimensione potere il balzo in avanti nel punteggio è dato soprattutto dalla sotto-dimensione che riguarda il potere politico; tuttavia, occorre segnalare che i dati sono riferiti alla composizione del parlamento e del Consiglio dei ministri del primo semestre del 2022. Le recenti elezioni hanno determinato una riduzione della percentuale di donne in parlamento (dal 36% della XVIII legislatura al 33% della XIX legislatura) e il cambio di governo ha determinato una riduzione anche della percentuale di donne nel Consiglio dei ministri (dal 33% del Governo Draghi al 28% del Governo Meloni).

Per quanto riguarda la dimensione lavoro, i tre Paesi che ci precedono nel ranking (Grecia, Slovacchia e Repubblica Ceca) crescono più velocemente di quanto non stia facendo l’Italia, a dimostrazione del fatto che per vedere il nostro Paese lasciare l’ultima posizione servirà ancora tempo e quel cambio di marcia che tutte e tutti noi auspichiamo.

[1] Full-time equivalent (FTE), o equivalente a tempo pieno, tiene conto della maggiore incidenza dell’occupazione a tempo parziale tra le donne e si ottiene confrontando il numero medio di ore lavorate da ciascun lavoratore con il numero medio di ore lavorate da un lavoratore a tempo pieno. Ad esempio, due persone impiegate con part-time al 50% equivalgono a una persona impiegata FTE.

[2] Cipro, Croazia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna.

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