Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile attraverso una prospettiva di genere

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In data 23 Dicembre 2021 è stata aperta la consultazione pubblica sulla Prassi di riferimento UNI per la certificazione della parità di genere, il cui documento, consultabile esclusivamente per fini informativi e per la formulazione di commenti, è reperibile nella pagina del dipartimento delle pari opportunità.

Gender Gap: non c’è gestione senza misurazione​

Quattro incontri per esplorare la misurazione come chiave per raggiungere e mantenere la parità di genere in azienda.

Gender Gap: non c’è gestione senza misurazione​

Quattro incontri per esplorare la misurazione come chiave per raggiungere e mantenere la parità di genere in azienda.

Il raggiungimento della piena parità di genere è ancora lontano, avverte un nuovo rapporto delle Nazioni Unite. Infatti, secondo il recente report “Progress on the Sustainable Development Goals – The Gender Snapshot 2022”, che mappa la dimensione di genere all’interno dei diversi Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) previsti da Agenda 2030, potrebbero essere necessari quasi 300 anni per raggiungere la piena gender equality, con la conseguenza che l’Obiettivo 5 – “Raggiungere la parità di genere” non potrà verosimilmente essere completato nel termine previsto. Le sfide di dimensione globale come la pandemia da Covid-19 e i conflitti armati, il cambiamento climatico e la repressione della salute e dei diritti riproduttivi delle donne stanno concretamente allontanandoci dal raggiungimento dell’Obiettivo, aggravando ulteriormente le disparità di genere. Da tale contesto nasce il monito della Direttrice Esecutiva di UN Women, Sima Bahous, che ha ribadito l’imprescindibilità di uno sforzo di mobilitazione “per investire nelle donne e nelle ragazze per recuperare e accelerare i progressi”. I dati presentati dal rapporto mostrano infatti “innegabili regressioni (…) aggravate dalle crisi globali, in termini di reddito, sicurezza, istruzione e salute”.

 

Addentrandoci nelle statistiche mostrate dal Gender Snapshot 2022, risalta anzitutto come la dimensione di genere non possa essere ridotta al singolo Obiettivo 5, e come questa sia cruciale e operi sinergicamente con le diverse dimensioni della sostenibilità per il completamento di tutti gli SDGs. Al fine di enfatizzare la centralità e l’urgenza del tema, si propone un’articolazione dei diversi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile attraverso una lente di genere.

1 – Sconfiggere la povertà: a livello globale, più di 380 milioni di donne e ragazze vivono in condizioni di estrema povertà con meno di 1,90$ al giorno. Il dato, estremamente sconfortante, assume toni ancor più drammatici se si considera che la maggior parte dei poveri del mondo sono donne poiché non hanno le stesse opportunità degli uomini di ricevere un’istruzione adeguata, lavorare o possedere proprietà. Nuovamente, si può notare come le diverse dimensioni siano interconnesse.

2 – Sconfiggere la fame: globalmente, nel 2021 quasi 1 donna su 3 ha sperimentato una precarietà alimentare da moderata a grave. L’aumento generalizzato dei prezzi e quindi dei prodotti alimentari di cui siamo già testimoni rischia concretamente di aggravare la fame in tutto il mondo, colpendo più duramente i soggetti maggiormente svantaggiati, tra cui le donne.

3 – Salute e benessere: il report ricorda come l’accesso all’aborto sia una parte centrale della salute e dei diritti riproduttivi, essenziali nella missione trasversale di raggiungimento dell’uguaglianza di genere, dello sconfiggere la povertà e del garantire salute e benessere per tutti e tutte. Tuttavia, esso rimane illegale in diversi Paesi e limitato in molti altri, con oltre 1,2 miliardi di donne e ragazze in età riproduttiva (15-49 anni) che vivono in aree in cui l’accesso all’aborto è limitato e 102 milioni che vivono in luoghi in cui è del tutto vietato. Si consideri che il ricorso all’aborto non sicuro (stimato attorno ai 25 milioni all’anno) è una delle principali – ma prevenibili – cause di mortalità materna, con la conseguente ospedalizzazione di circa 7 milioni di donne all’anno nei Paesi in via di sviluppo e fino al 13.2% delle morti materne a livello globale. Oltre all’aspetto prettamente sanitario, le ripercussioni delle gravidanze non pianificate si riflettono anche sulla scelta di proseguire o meno gli studi e la carriera, con effetti a catena sul reddito femminile.

4 – Istruzione di qualità: la pandemia ha esposto le ragazze a un rischio maggiore di violenza di genere, di disturbi della salute mentale e di insicurezza alimentare ed economica, che hanno avuto un impatto maggiore sulla perdita di apprendimento. Globalmente, circa 130 milioni di ragazze sono escluse dall’istruzione formale, e malattie/decessi causati da Covid-19 tra i caregiver adulti, che hanno colpito oltre 5 milioni di bambini, hanno determinato risultati scolastici inferiori soprattutto fra le ragazze. 

5 – Parità di genere: al ritmo attuale, potrebbero essere necessari fino a 286 anni per garantire, anche attraverso riforme strutturali e giuridiche, la piena parità fra i sessi. Particolarmente drammatici sono le statistiche circa la violenza contro le donne: globalmente, una donna viene uccisa da propri familiari ogni 11 minuti e più di una donna su 10 di età compresa tra i 15 e i 49 anni ha subito violenza sessuale e/o fisica da parte di un partner nell’anno precedente (12,5%). I matrimoni minorili forzati rimangono una dolorosa realtà per le giovani: nel 2021 quasi una ragazza su 5 di età compresa fra i 20 e i 24 anni si era sposata prima di aver 18 anni. Il Covid-19 ha inoltre peggiorato la condizione femminile tra le mura domestiche: una donna su quattro ha dichiarato un aumento nei conflitti domestici dall’inizio della pandemia.

6 -Acqua pulita e servizi igienico-sanitari: l’intensificazione dello stress idrico, dovuto alla cattiva gestione, inquinamento ed eccessivo consumo, ha dirette conseguenze sul tempo, la salute e la vita di donne e ragazze, che necessitano dell’accesso ai servizi sanitari maggiormente degli uomini, in particolare durante la gravidanza e il periodo post partum. Senza un accesso sicuro a fonti idriche e servizi igienici più di 800.000 donne perdono la vita ogni anno. Infine, sono le donne ad essere incaricate della raccolta dell’acqua, con un impatto significativo e diretto sulla loro possibilità di istruirsi e dedicarsi ad attività formative.

7 – Energia pulita e accessibile: l’energia pulita e accessibile, fondamentale per le cure salvavita e la produttività, resta irraggiungibile per milioni di donne e ragazze in Asia e nell’Africa sub-sahariana, dove solamente il 28% delle cliniche uno stabile accesso alla rete elettrica. Questo dato è particolarmente drammatico se si considera il rapporto di mortalità materno: nel Sud Sudan, dove questo è di 1.150 su 100.000 nati vivi, le donne sono spesso costrette a partorire senza luce ed elettricità.

 

8 – Lavoro dignitoso e crescita economica: salari più bassi, meno ore di lavoro e l’onere dell’assistenza familiare e del lavoro domestico non retribuito sono tutti fattori che ostacolano le prospettive delle donne nel mercato del lavoro. Le donne, nonostante rappresentino il 39,4% dell’occupazione totale nel 2019, costituiscono solo il 21% dei guadagni occupazionali previsti per il periodo 2019-2022. La sovrarappresentazione delle lavoratrici nei settori gravemente colpiti dalla pandemia e nell’occupazione informale spiega la loro maggiore vulnerabilità nel mercato del lavoro, mentre l’ineguale distribuzione del lavoro di cura non retribuito e l’accesso limitato ai sussidi di maternità, ai sistemi di welfare e al congedo parentale aggravano le disparità, con le donne che globalmente sopportano circa 512 miliardi di ore di lavoro di cura non retribuito.

 

9 – Imprese, innovazione e infrastrutture: le donne e le ragazze sono sottorappresentate nel settore tecnologico, sia a livello di corsi di formazione STEM, sia nel mercato del lavoro. Si consideri che, a livello globale, le donne occupano solo 2 posti di lavoro su 10 nei settori della scienza, dell’ingegneria e ICTs. Nelle 20 maggiori aziende tecnologiche globali, nel 2022 le donne rappresentano solo il 33% della forza lavoro, ricoprendo solo una posizione dirigenziale su quattro. L’esclusione delle donne dal mondo digitale ha già sottratto 1.000 miliardi di dollari al PIL dei Paesi a basso e medio reddito nell’ultimo decennio e, senza un’inversione di tendenza, questa perdita salirà a 1.500 miliardi di dollari entro il 2025. Inoltre, le donne sono maggiormente soggette a essere molestate online, con un aggravamento della loro sicurezza nel periodo pandemico.

 

10 – Ridurre le disuguaglianze: come visto, la discriminazione strutturale e sistemica contro le donne e le ragazze persiste in tutto il mondo con riflessi diretti tra i gruppi più vulnerabili come migranti, rifugiati e sfollati interni. Alla fine del 2021, circa 44 milioni di donne e ragazze erano sfollate – una cifra che comprende anche rifugiate, richiedenti asilo e sfollate a causa di conflitti e violenze nel loro Paese. Inoltre, le donne sono spesso esposte a maggiori rischi di violenza, traffico e abusi sessuali.

 

11 – Città e comunità sostenibili: metà delle donne non si sente sicura a camminare da sola di notte nelle aree urbane, con evidenze di un’escalation di violenze e molestie durante la pandemia. Inoltre, un sondaggio online condotto su persone della comunità LGBTQI+ in UE ha rilevato che la metà evita alcuni luoghi pubblici per paura di essere aggredita, minacciata o molestata.

 

11 – Consumo e produzione responsabili; 13 – Lotta contro il cambiamento climatico;
14 – Vita sott’acqua; 15 – Vita sulla terra:
la sicurezza alimentare, i mezzi di sussistenza e il benessere di donne e ragazze dipendono dall’azione del clima e da un pianeta pulito. Le donne, in particolar modo quelle appartenenti a comunità povere ed emarginate, sono colpite in modo sproporzionato dal cambiamento climatico e dalla distruzione delle risorse naturali della Terra e la loro vulnerabilità deriva dal limitato accesso e controllo della terra e dei beni ambientali, dall’esclusione dal processo decisionale e dalla maggiore probabilità di vivere in povertà. Nel Botswana, circa il 56% delle ragazze ha riportato di dover viaggiare su distanze sempre maggiori per poter procacciare acqua, mentre in Somalia in seguito a migrazioni verso aree urbane nel 2018-2019 a causa di inondazioni, siccità e conflitti, i tassi di iscrizione delle bambine sono scesi dal 45% ad appena il 29%, mentre le iscrizioni dei bambini hanno seguito una traiettoria opposta, aumentando dal 29% al 41%.

 

16 – Pace, giustizia e istituzioni solide: per proteggere i diritti umani, sostenere lo stato di diritto e fornire riparo alle vittime di abusi e ingiustizie, tutte le istituzioni pubbliche devono rappresentare e rispondere alle donne e alle ragazze. Ciò viene reso difficile dall’accesso ineguale delle donne negli incarichi istituzionali: a metà 2022 solo 27 Paesi (14%) avevano un capo di Stato e/o di governo donna, mentre nel 2021, le donne occupavano il 21,9% delle posizioni ministeriali e rappresentavano solo il 26,4% dei parlamentari a livello globale.

 

17 – Partnership per gli obiettivi: a livello globale, si stima che le donne abbiano perso 800 miliardi di dollari di reddito nel 2020 a causa della pandemia e si prevede che nel 2022 la loro partecipazione al mercato del lavoro sarà inferiore a quella precedente la pandemia. Una cooperazione internazionale più forte, soprattutto per finanziare l’uguaglianza di genere, è indispensabile per combattere le crisi globali multiple e interconnesse che mettono a rischio vite e benessere. Attualmente, i programmi di finanziamento per l’eguaglianza di genere non sono sufficienti e omogenei nel mondo, con le aree più povere che faticano a tenere il passo dei paesi maggiormente sviluppati.

 

In conclusione, come si è potuto osservare, il raggiungimento dell’eguaglianza di genere non può ridursi al solo completamento dell’Obiettivo 5 e la realizzazione di Agenda 2030 non può prescindere dalla dimensione di genere. È dunque necessaria un’azione sinergica e trasversale che mantenga la prospettiva di genere al centro dei diversi Obiettivi di sviluppo sostenibile, per poter progredire globalmente verso una realtà più prospera, equa, inclusiva e sostenibile.

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