Gender Diversity Management: una leva strategica per migliorare la produttività e la redditività delle organizzazioni

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La parità di genere è inserita tra i principali obiettivi da tutte le principali istituzioni internazionali, come ONU e Unione Europea, e nazionali, basti pensare al fatto che la parità di genere è uno dei tre obiettivi trasversali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. IDEM nasce nel 2020 con la missione di dare un contributo effettivo alla riduzione delle diseguaglianze di genere nelle organizzazioni, attraverso l’IDEM Index, una metrica specifica, scientificamente validata, in grado di rappresentare il livello effettivo di gender equality.

Alcuni dati sulla parità di genere nel mondo del lavoro

Il Diversity Management è una disciplina manageriale di gestione della diversità organizzativa che mira a individuare e implementare processi aziendali ottimali per valorizzare il potenziale di ciascun dipendente, incoraggiando comportamenti e competenze che rispecchiano il genere, la nazionalità e le abilità dell’individuo. Lo scopo è quello di trasformare le diversità in risorse che possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi strategici aziendali.

L’idea che far leva sulle diversità possa accrescere le possibilità di successo di un’impresa nasce negli Stati Uniti, quando, all’inizio degli anni ‘70, il governo americano incentivò le aziende a diversificare la composizione del proprio personale, promuovendo l’assunzione di più donne e più membri di minoranze etniche e nazionali. Questi primi sforzi per promuovere l’inclusione hanno contribuito a solidificare la convinzione che la diversità possa rappresentare un fattore chiave per ottenere un vantaggio competitivo e migliorare le prospettive di performance aziendali.

Il Diversity Management si manifesta in una varietà di declinazioni che si adattano ai vari fattori di diversità da preservare e valorizzare all’interno delle organizzazioni. Queste sfaccettature includono la gestione delle differenze di genere (Gender Diversity), la gestione delle differenze di età (Age Management), la valorizzazione delle differenze culturali (Cultural Diversity) e la gestione delle disabilità (Disability Management).

 

Il Gender Diversity Management, nello specifico, si propone di costruire un contesto lavorativo in cui uomini e donne abbiano pari opportunità, trattamento equo e condizioni paritarie per lo sviluppo professionale. Tale approccio permette alle organizzazioni non solo di favorire un ambiente che valorizzi le diversità in azienda ma anche di costruire le condizioni per ottenere migliori risultati di business. La chiusura del divario di genere contribuisce a ridurre le disuguaglianze e, di conseguenza, promuove la crescita economica e la produttività di un Paese, influenzando indicatori chiave come il PIL, i tassi di occupazione, l’innovazione e le performance finanziarie.

 

Secondo il recente rapporto della Banca Mondiale “Women, Business, and the Law”, raggiungere la parità di genere nel mercato del lavoro potrebbe far crescere il PIL globale del 20%, raddoppiando sostanzialmente il tasso di crescita nel prossimo decennio. Secondo le rilevazioni dello European Institute for Gender Equality (EIGE), che analizza la situazione nei paesi europei, una maggiore gender equality porterebbe entro il 2050 a un aumento del PIL pro capite dell’Unione Europea di 6,1 – 9,6 %, pari a 1,95 – 3,15 trilioni di euro. Secondo le stime, a livello macroeconomico l’eliminazione del divario di genere nell’UE creerebbe un numero di nuovi posti di lavoro pari a quelli offerti in un paese europeo di medie dimensioni e questo avrebbe un effetto anche sull’aumento dei tassi di fertilità, comportando un allargamento della popolazione e un aumento dell’occupazione a lungo termine.

A livello aziendale, i vantaggi per le imprese che perseguono la gender equality sono numerosi. Il rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) “Women in Business and Management. The Business Case for Change” ha dimostrato che la diversità di genere è una strategia aziendale intelligente, con oltre il 60% delle imprese che riportano un aumento della redditività e della produttività.

In particolare, le imprese con una cultura aziendale inclusiva e politiche di genere inclusive mostrano una maggiore capacità di attrarre e trattenere talenti (+ 59,7% di probabilità) e una maggiore creatività e innovazione (+59,1% di probabilità). Inoltre, il 74% delle imprese intervistate dall’OIL che monitorano l’impatto della diversità di genere nel management hanno registrato un aumento degli utili compreso tra il 5% e il 20%.

Sempre secondo i dati del rapporto, le imprese con una cultura inclusiva di genere hanno il 9% in più di probabilità di migliorare le performance aziendali, grazie ad una capacità maggiore di rilevare l’interesse e la domanda dei consumatori (+37,9%) e a un miglioramento del posizionamento dell’immagine e della reputazione aziendale (+57,8%).

Le politiche di pari opportunità, di diversità e inclusione delle donne sono inoltre fondamentali per costruire una pipeline di talenti femminili e contrastare la segregazione verticale di genere all’interno delle organizzazioni. Infatti, le aziende che adottano percorsi di gender equality hanno una probabilità maggiore di avere donne in posizioni di middle management (+3,9%), senior manager (+5,9%) e ruoli dirigenziali (+4,5%). Quando la concentrazione delle donne è più alta nei ruoli manageriali cresce anche la probabilità (+4%) di avere un’amministratrice delegata alla guida dell’organizzazione. Questo è interessante perché le imprese con un’amministratrice delegata hanno il 3,5% di probabilità in più di ottenere migliori risultati di business e il 2,8% in più di avere produttività e profitti maggiori.

In questo contesto, la misurazione del livello di parità di genere raggiunto dalle aziende riveste un’importanza cruciale, in quanto permette di identificare le disparità esistenti e di trasformare il loro superamento in un obiettivo strategico attuabile mediante strumenti di gestione manageriale.

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